Il gatto di Margherita

 
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Fuori stava piovendo. Veniva giù una pioggerella costante, con le gocce che picchiettavano. Margherita sospirava allegramente. Niente scuola ed un librino sui gatti da leggere. Era proprio il miglior modo di trascorrere il sabato pomeriggio.

Margherita si preparò un panino e si accoccolò nella grande poltrona blu. Si piegò all’indietro per appoggiare il suo pranzo sul bordo del tavolo e poi si ritirò su per aggiustare la lampada per la lettura. Trovò una posizione comoda e cominciò a leggere.

Via via che girava le pagine, Margherita si rese conto lentamente delle fusa del suo gatto, Ozmo. Lei non poteva vederlo direttamente, ma lui era ovviamente da qualche parte nella stanza.

"Ah, sei lì!", Margherita sorrise ad Ozmo.

La pioggia batteva delicatamente sulla finestra. Un suono veramente rilassante. C’era qualcosa ... qualcosa riguardo a quel soffice ronfare ... gli occhi luminosi..... quel lento scodinzolio della coda......

"Lo sai", disse a se stessa, (YAWN..... scusami" ......qualche volta.... sembra che i gatti..... abbiano..... quasi... una capacità.... iponotica su se stessi, non pen.......z...zzzzzzzzzzzzzzz").







 

Margherita si svegliò un pò più tardi con Ozmo acciambellato comodamente sulla sua pancia. Sbadigliò e si stiracchiò. "Su vai, Ozmo", disse, "Sono affamata. Ora mi mangio il mio panino".

Come per magia, Ozmo scomparve.

Margherita si alzò per raggiungere il suo panino.

Non c’era più.

Non era rimasto niente del suo pranzo tranne qualche briciola e una piccolissima impronta di gatto.

OZMO!!! Sei una piccola palla di pelo delinquente!

"Dov’è il mio PRANZO!?" Ma Ozmo non era rintracciabile da nessuna parte.

Margherita guardò sotto i divani.

Guardò sotto le sedie.

Guardò dentro l’armadio a muro.

Guardò sotto le scale.

Di Ozmo nessuna traccia.

Ma Margherita aveva la divertita sensazione che Ozmo fosse proprio la.

Rise.

"Hmmmph!", pensò Margherita. Ozmo è così bravo in questo trucco di sparire, sembra che possieda un qualche tipo di magia. Avrebbe potuto far divertire la gente sul palcoscenico.

La gente sarebbe venuta volentieri ad assistere ad un suo spettacolo anche solo per vederlo scomparire, proprio come lo Stregatto di "Alice nel Paese delle Meraviglie".

"Poof!", non c’è più niente se non il suo sorriso.

" Margherita sbuffò. "Io lo so perché i gatti sorridono ", pensò. "Loro sghignazzano perché pensano che sia divertente guardare le persone che cercano di trovarli senza successo.

" Margherita guardò dietro le tende.

Di Ozmo nessuna traccia.

"Sai, la magia non è una cattiva idea", disse a se stessa, inginocchiandosi per scrutare sotto il divano. "Adesso ti vedo....."



L’ Incredible Ozmo, il Grande Gatto Magico




 

E’ abbastanza per un sogno ad occhi aperti. Ancora nessuna traccia di Ozmo. Margherita si mise in piedi e guardò tutt’ attorno nella stanza. Mettendosi le mani sui fianchi gridò a voce alta.

OZMO!! Dove SEI?

Sarà bene che tu abbia una

VERA

BUONA

SPIEGAZIONE

per quello che è successo al mio PRANZO!

Silenzio totale. C’era rimasto solo un posto dove guardare. Un ultimo armadio. Come si avvicinò alla porta, Margherita avrebbe potuto scommettere di udire il suono del sommesso ridacchiare del gatto.
 

CHE COSA
SUCCEDE
AL MIO
PRANZO?


 

Gli occhi di Ozmo scintillavano qui e la.

Avrebbe potuto scappare?

Non poteva.

Ozmo mostrò a Margherita quella che sperava fosse la sua più sincera espressione.

E’ STATO IL CANE.

DAVVERO!

CREDIMI!


"OZMO!", disse Margherita, cominciando a ridere.

Noi non ABBIAMO un cane!
 

 

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