Si comincia col procurarsi una
canna (anche se non è di bambù va bene lo stesso) |
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Poi la ripuliamo accuratamente all'esterno |
Prendiamo le misure |
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Tagliamo con un seghetto |
Spacchiamo la canna aiutandoci con un vecchio coltello (attenzione a non
tagliarci poiché la canna presenta bordi taglienti) |
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Rastremiamo
le estremità della canna |
per
potervi legare saldamente uno spago (a tal fine il
nodo d'arco degli eschimesi è l'ideale) |
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che
provvederà a formare l'arco della struttura |
Il
longherone longitudinale viene realizzato con mezza canna |
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Prendiamo
le misure |
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ancoriamo l'arco al longherone (magari utilizzando una
legatura incrociata) |
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Provvediamo
poi a perimetrare tutto l'aquilone con lo spago in modo da ottenere un
supporto per |
la
carta che andrà tagliata lasciando qualche centimetro di margine che servirà |
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per
l'incollaggio; come colla il vinavil è ottimo ma posso garantire che perfino
della farina disciolta con acqua a formare un impasto simile al vinavil
raggiunge lo scopo. |
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Per
realizzare le code (in numero di 3 e di lunghezza pari a circa 100 cm) la tradizione prevede
l'uso di tante striscioline di carta incollate (sempre con vinavil o colla di
farina) |
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per
formare una sorta di catena. |
Irrobustire
i punti
A e
B con del nastro di carta in modo da evitare che il filo strappi
la carta nella prossimità di questi punti. Collegare lo spago ai punti A e B
e fissare nel contempo l'anello
C.
nota: la parte colorata
dell'aquilone è quella che resta in vista quando lo stesso veleggerà; la
foto accanto mostra quindi il lato superiore.
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Ed
ecco il lavoro ultimato per la gioia di grandi e piccini (Elia, Andrea e
Laura). |
Non
resta altro da fare che cercare un posto ventilato.
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Buon divertimento a tutti.
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